Al sodisfo di questi interessi si vennero destinando gli analoghi fondi.
Le strade consolari che s’intendeva di costruire erano quella da Palermo a Messina, e quella di Trapani, Girgenti, Siracusa e Catania, ed a misura che le medesime s’andavano compiendo doveano stabilirsi le barriere, acciocchè il prodotto di esse potesse agevolmente impiegarsi alla conservazione delle opere medesime, ed il sopravanzo, quando ve ne fosse, andasse in rilievo dell’interesse del mutuo (2687).
Cenneremo in ultimo luogo come cosa notabile l’istituzione d’uno spedale di poveri ch’ebbe luogo nel quartiere di s. Giovanni del comune di Giarre giusta la pia disposizione di tal Pietro Privitera Grassì che lasciò all’oggetto once centosettantadue annuali, e il locale adatto al cennato stabilimento (2688); e la autorizzazione data alle popolazioni appartenenti alla valle di Messina, di potere, compito il triennio delle rispettive facoltà in quell’accademia carolina, conseguire la laurea corrispondente nell’università degli studî di Palermo o in quella di Catania (2689).
Ma ad altre governative attenzioni rivolgeva il pensiero il luogotenente generale. Pensava come la Sicilia ricca in ogni tempo di preziosi monumenti delle arti belle, avesse sempremai trascurato di formare, massimamente nella capitale, un deposito di queste meraviglie del genio, onde viemaggiormente risvegliare nei Siciliani l’amore e l’entusiasmo per progredire nella nobile carriera. A quest’oggetto s’era il Campofranco cooperato con ogni possibile sforzo perchè si formasse nella regia università degli studî una galleria dei più belli e rinomati quadri dei celeberrimi pittori sì nazionali che stranieri.
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