Morì in quest’anno Arcangelo Spedalieri da Bronte nato nel 1779. Quest’uomo insigne nella carriera scientifica della medicina seppe scuotere il giogo della pedanteria, e con la poca estensione dei lumi che potè acquistare nel proprio paese apprese i primi rudimenti dell’arte salutare, col quale tenue apparato portossi pria in Napoli e poscia in Bologna, ove ebbe commercio con molti dotti, e fu in grande stima del Dr. Jacopi uno dei più illustri medici del tempo, al quale poi lo Spedalieri tessè l’elogio funebre, e del celebre conte Pietro Moscati che lo prescelse a suo segretario. Tra le sue opere mediche e letterarie di maggior fama, ha il primo luogo l’elogio storico che egli scrisse di Filippo Ingrassia siciliano ch’era stato portento delle mediche conoscenze.
Un’altra infausta notizia di morte e più amara di quella dello Spedalieri giunse non molto dopo in Sicilia, e fu quella appunto del sommo pontefice Pio VII. seguita la sera del 20 agosto. La storia di quest’insigne personaggio ha formato e formerà sempre oggetto di speciale interesse; giacchè le vicende della sua vita varie ed incostanti resero singolare il suo patriarcato; e la rassegnazione e docilità del suo carattere fanno più bella e luminosa la sua comparsa nel mondo morale e politico ancora, perchè in questo i destini altresì lo lanciarono. L’arcivescovo di Palermo cardinale Gravina ordinò subito le funebri cerimonie e tutt’altro che in queste lugubri circostanze suol praticarsi; e si preparò nello stesso tempo a recarsi in Roma onde assistere al generale conclave per la scelta del novello pontefice; diffatti il 1 di settembre sul real pachetto Tartaro il prefato cardinale partì alla volta di Napoli da dove passò al designato luogo.
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