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      Il novello luogotenente però nello intento di rispondere nel miglior modo possibile alla sovrana fiducia si dispose prestamente a fare una corsa per l’isola tutta, nel mentre dirigeva ai pubblici funzionarî di rango elevato delle circolari, in cui raccomandava sommamente la esatta esecuzione degli ordini di S.M., emanati in vantaggio dei suoi sudditi per la retta amministrazione sì economica che finanziera di Sicilia. Restituitosi [780] poi alla sua residenza, assunse la direzione di tutti quegli affari che sovranamente erangli stati commessi.
      Mentre il Favare queste cose operava, S.M. non cessando di dar sempre nuove e più luminose prove della paterna sua munificenza, pubblicava un decreto, nel quale mirando a promuovere l’industria nazionale di questa parte dei reali dominî, veniva ad assicurare agli scopritori o inventori di macchine, strumenti, o altre cose simili, il frutto delle loro fatiche, accordando le privative, per le quali gli autori furono autorizzati a spacciare nel regno la loro manifattura, senza rischio di perdere il capitale impiegato per la costruzione della macchina o strumento anzidetto. A guardare dal lato economico la quistione delle privative ci sembra, che versandosi esse sulle industrie vi producono felicemente lo effetto che si desidera, giacchè in generale riguardate le speculazioni quali proprietà, l’assicurare il prodotto di esse, nel mentre anima il proprietario e lo rinfranca, lo stimola poi a nuovi e sempre più vantaggiosi ritrovati. Pure se maggiormente si rifletta su ciò, pare, che se le industrie sono generalmente agevolate, l’interesse particolare non lo è in fatto.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
Appendice - Indici - Note
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1333

   





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