Si videro in effetto per la sua special cura preparati i fondi necessarî per la esecuzione delle opere, e il tutto disposto e pronto per por mano all’impresa. Consideravasi inoltre la necessità di creare ed organizzare in Sicilia un corpo separato da qualunque ordine amministrativo, che sotto gl’immediati ordini del luogotenente generale dirigesse esclusivamente quest’opera, ne amministrasse i fondi, insomma facesse di tutto perchè allo scopo desiderato si pervenisse. Si venne in conseguenza ad erigere una soprintendenza generale di ponti e strade, il cui capo assunse la responsabilità morale e materiale dell’intera amministrazione, tanto dei fondi destinati alle strade regie che furono intangibili per qualunque altro uso, e custoditi gelosamente, quanto per tutt’altri fondi. I progetti delle opere fatti da non meno di numero quattro architetti, rimessi allo esame dello [782] ingegniere in capo e superiormente approvati, si fecero pubblicamente conoscere, affinchè l’esecuzione delle opere medesime fosse data in appalto, potendo concorrere chiunque di qualsiasi paese alla offerta, quando i concorrenti d’un dato valle nel quale si doveva eseguire il lavoro non vantaggiassero per nulla le condizioni stabilite per lo appalto medesimo. Un giudice delegato decise in prima istanza di tutte quelle controversie che potendo facilmente insorgere circa la traccia, costruzione, conservazione, reintegrazione delle strade regie, o contro i possessori dei terreni e delle fabbriche, avessero una qualunque analogia con le strade anzidette; nel solo caso di gravame in grado devolutivo potè prodursene querela dinanzi i magistrati competenti di contenzioso amministrativo e giudiziario.
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Sicilia
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