[785] Il principio del nuovo anno 1825 fu oltremodo luttuoso per la morte di S.M. il re Ferdinando I, avvenuta la notte del tre gennaro. Erasi egli, ritornando giorni innanzi dalla caccia di Barcaturo, doluto di una indisposizione fisica, la quale presto venne a cedergli, sicchè ebbero a vederlo al teatro, e nella compagnia giulivo. La sera dell’infausto avvenimento dopo le solite preghiere era ito a riposarsi, e sino alle sei del mattino parve dormire tranquillamente; se non che all’ora succennata egli tossì per ben due volte, ma non chiamò com’era solito; e prolungato l’esitare di chi stava a sua custodia sino alle dieci, credettesi espediente non chiamati entrare; le coltri e le lenzuola ove trovavasi avvoltato il corpo del re si videro disordinatissime, e i sospetti già surti negli animi dei famigliari della corte e dei medici crebbero a dismisura a quella vista; finchè accertatisi della inaspettata disavventura, ne diedero prontamente notizia a Francesco suo figliuolo, che giusta il testamento di Ferdinando succedeva, dolente dell’amara perdita, al trono del regno delle due Sicilie. Splendidi si fecero pertanto i funerali di colui che avendo regnato per ben sessantacinque anni era poi trapassato di settantasei. Vi fu generale mestizia, perch’egli era stato buon re, dei sudditi e del vantaggio dei suoi stati in singolar modo amante e desideroso, caritatevole per carattere, dispensando, come faceva, ventiquattromila ducati all’anno ai poveri. Colla data del 30 novembre egli avea emanati due decreti, che non appena furono pubblicati, quando ebbe luogo l’infausta circostanza.
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