Per quanto spetta poi alla finanza di Sicilia, in quest’anno 1825 la tesoreria generale, onde procedere con basi più salde nello adempimento del servizio che l’era stato commesso, otteneva una salutare riforma; conciossiachè essa si compose di quattro officî distinti e separati fra di loro in apparenza, ma che ebbero la più stretta corrispondenza, i quali furono: Tesoreria generale, Scrivania di razione, Pagatoria generale e Controloria generale. Per dare una idea delle rispettive attribuzioni, diremo, come la prima riunì tutti gl’introiti ed esiti dello erario compresi quelli dipendenti dai fondi provinciali; la seconda preparò gli esiti di regio conto, con praticare la liquidazione del dritto e della spettanza tanto per tutti gli averi del personale, quanto per ispese di sussistenze e del materiale, e con ispedirne in seguito le rispettive liberanze: tenne inoltre la scrittura di tutta la parte passiva dello stato discusso generale, distinta in tante rubriche particolari, quanti i diversi articoli di esito. La pagatoria eseguì tutti gli esiti riferibili alle spese di regio conto, previa la liquidazione e le liberanze della scrivania di razione; la controloria finalmente esaminò le operazioni tutte della tesoreria generale, intervenendo nella esecuzione delle rispettive incumbenze di ciascun officio (2712).
Il sistema monetario prescritto da re Ferdinando con decreto dei 20 aprile 1818 veniva sanzionato da Francesco, che, per la morte dell’augusto suo genitore, elevato al trono del regno delle due Sicilie avea mestieri di modificarlo solo nella parte del tipo, ch’è quanto a dire nella impronta che le monete d’oro d’argento e di rame da coniarsi sotto di lui, doveano d’allora in poi assumere.
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