Anche particolari disposizioni regolarono l’importazione, il transito, travasi, risportazione, esportazione e consumo dei generi tanto indigeni, che esteri (2715); e un regolamento provvisorio da eseguirsi dalla deputazione sanitaria diede finalmente delle norme come in casi di naufragi e d’annamento dovessero esse procedere, stabilendo i dritti spettanti ai funzionarî, e agl’impiegati ai quali incumbesse l’adempimento delle anzidette prescrizioni. Questi ed altri simili opportuni provvedimenti, mentre agevolarono l’interno commercio, fecero sorgere altresì degl’innumerevoli intraprenditori, che vincendo gli ostacoli che si paravano loro dinanzi, asportarono ed importarono delle mercatanzie, sicuri di produrre un bene a sè stessi e alla loro patria, essendochè il ben ordinato sistema sulla navigazione e sulle dogane poteva loro apprestare quelle guarentigie che si richieggono per far animare chiunque alla mercatura, sorgente di immensi guadagni.
È pur debito ora però che ci trasportassimo a raccontare una memorabile vicenda ch’ebbe luogo negli anni 1825, e 1826, a cagion della scarsità dell’annona, di cui provaronsi in Sicilia i più lagrimevoli effetti. Un’estrema penuria di grano, unita ad un incredibile scoraggiamento negli agricoltori producendo mali orribili, traea di giorno in giorno la moltitudine alla fame, ed alla miseria. Provvido il governo avea procurato ogni mezzo non solo ad antivenire queste funeste conseguenze, ma altresì a riparare, con tutti i possibili modi, che più oltre il male fosse progredito.
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Sicilia
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