Pagina (307/1333)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Le vicende del 20 aver suggellata questa manifesta rovina, i pochi capitali sparir dalla circolazione, perdersi i valori delle terre, e i proprietarî non sminuendo le spese che anteriormente con più ragione e miglior equità faceansi, stimare miglior loro interesse lo abbandono dei campi.
      Passa quindi ad additare i mezzi come far risorgere la decaduta economia agraria della Sicilia. Narra egli, che per migliorar l’agricoltura facea d’uopo rimuover pria gli ostacoli che minoravano la produzione, ed impedivano la circolazione della medesima, favorire efficacemente e con ogni possibile vantaggio l’esportazione dei prodotti senza punto agevolare la così detta bilancia di commercio, la quale invece d’esser vantaggiosa è anzi inutile e di danno ad una nazione, nel che concorrere i moderni. La ragione di ciò essere che il cambio si fa di prodotti e non di danaro, e il danaro che entra non moltiplicando il numerario, sibbene il valore d’una quantità maggiore di oggetti industriali, non arricchire la nazione in danaro, ma in quelle cose che servendo al suo uso, possono soddisfare più bisogni. La Sicilia consumando taluni prodotti di cui presso le altre nazioni v’è assoluta penuria, e nell’isola nostra se ne fa strazio, potrebbe agevolmente far mercato di essi, e trar lucri e vantaggi significanti. Dal lato dell’introduzione delle manifatture, ostare inconveniente gravissimo, perchè la mancanza di capitali scoraggia gl’intraprenditori, e quelli che giungono a porre in esecuzione un progetto di tal natura aver d’uopo di guadagni considerevoli, i quali non potendo con molta faciltà ritrarsi da quella data macchina, ne vien di conseguenza il pronto e repentino decadimento.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
Appendice - Indici - Note
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1333

   





Sicilia Sicilia