Moriva fraditanto Giuseppe Piazzi onorato e compianto, lasciando lunga fama di sè nelle opere della mente. La operosità del suo ingegno, e le fisiche conoscenze di che era a ribocco fornito l’aveano in vita tenuto caro agli scienziati ed ai sovrani. Il cielo ch’era stato lungo compagno dei suoi veraci ed ostinati studî, accenna la maggior gloria del Piazzi, giacchè la scoperta della Cerere Ferdinandea sarà duratura quanto l’astronomia sulla terra. Egli arricchì il nostro osservatorio di strumenti e di macchine, delle quali trovavasi allora in gran parte sfornito il rimanente dell’Europa, e contribuì a dare alla Sicilia un posto di onore fra le più culte nazioni (2719). Riordinò la specola di Napoli e n’ebbe sincera e giusta lode. Nato in Ponte della Valtellina nel 1746, morì in Napoli a 22 luglio del 1826.
      Chiudevano il presente anno due governative disposizioni sulla stretta osservanza degli statuti già stabiliti per i commendatori dell’ordine costantiniano, e sul fabbricato di edifizî che dassero servitù d’introspetto ai monasteri o conservatorî per l’educazione delle donne. Per la prima essendovi qualche rilasciatezza nel modo di far le promesse, S.M., richiamando in vigore le prescrizioni anteriormente date sul particolare, venne ad assoggettare agli statuti tutti i commendatori dell’ordine costantiniano sunnominato. Per quanto poi riguardò la seconda provvidenza bisogna premettere che quantunque la prammatica seconda de Monialibus, ed il sovrano dispaccio dei 23 [794] dicembre 1786, avessero provveduto al decoro ed alla osservanza delle leggi claustrali, pure nel bisogno di coordinare gli stabilimenti compresi nella prammatica e nel dispaccio anzidetto, conveniva dare alle medesime disposizioni quell’unità che nel sistema legislativo in vigore richiedeasi, e per conseguenza si vennero a stabilire più regolari norme circa al modo come erigersi i fabbricati rimpetto i monasteri o conservatorî delle donne, e la distanza e le cautele da osservarsi in caso di dovervi eseguire delle aperture.