In Mirto le speranze degli agricoltori furono anche interamente dalle acque disperse; il bestiame fu in parte trascinato dal fiume, ed in parte soffocato dalla tempesta, e molti uomini eziandio perirono, poichè molte case furono svelte sin dalle fondamenta. I vigneti, gli ulivi, il frumento, e le produzioni tutte della terra vennero del pari sommerse in Capri, San Marco, Ucria, e Mandanice. Gli animali vi soffrirono ancora, e molti degli abitanti furon nel punto di perire sotto le loro case sdrucite. In Frazzanò oltre la perdita generale delle produzioni e degli armenti, si ebbero spaventi e pericoli ingranditi da combinazioni più orribili. Un mulino che era l’unico per la sussistenza di quel comune venne con fracasso dall’uragano abbattuto; e la terra franata dalle acque vacillò in modo sotto i piedi degli abitanti, che in mezzo a quell’orrendo diluvio furono molte famiglie costrette a fuggire da’ tetti loro che rimasero indi diroccati dalle acque. Lo spettacolo esibito dal comune di Longi dovette ancora riempir di terrore. Le mura di tre chiese dalla forza della tempesta colpite, si videro in un punto scompaginate e crollanti. L’unica fontana si perdè; le strade non serbarono più vestigio della traccia loro; quattro torrrenti sboccando dalle montagne compartirono quel territorio, ed invasero il recinto abitato; il molino fu reso inutile; un ponte fu rovesciato; ed il fiume di Fitalia sormontando i ristretti suoi limiti, gonfiò in modo che parea navigabile; e trascinando tutti gli oggetti che stavano sull’asciutto terreno, i danni accrescea di quella povera gente e minacciava di ridurre in un lago tutta la sottoposta campagna.
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