Gussone, perchè avessero una norma sicura nel coltivarlo.
Tali benefiche intenzioni si videro presto produrre i più vantaggiosi effetti, giacchè da una lettera del signor Francesco Stranges diretta al menzionato sig. Gussone rilevossi aver egli fatto sperimento sul riso cinese piantandolo a getto nella quantità di circa once dieci nel dì 20 maggio del presente anno in un piccolo terreno di 20 palmi quadrati, esposto a mezzo giorno, ed in un piano orizzontale. Esso era distribuito in sei ajole con l’orlo rialzato, affinchè l’acqua fosse più stazionaria in un terreno sabbioso come appunto era quello. Quindi lo fece inaffiare, replicando ciò anche in ogni quattro giorni. Nel decimo il riso mostrossi con appariscenza di grano; e dopo due mesi delle piantoline cresciute all’altezza di due piedi, cominciarono a spuntar la pannocchie simili a quelle del lolio; cosicchè il villico persuaso che queste fossero piante inutili, consigliava al proprietario d’estirparle per sostituirvene altre più proficue.
Furon nettate l’ajole dalle erbe selvatiche, e proseguita l’irrigazione. Verso il 20 agosto le prime pannocchie erano giunte a maturità, perlocchè tagliate e leggermente battute, diedero il prodigioso ricolto d’un tumolo napoletano del peso di libbre 88 ½ che paragonate alla quantità seminata, offrì il resultato del 70 per uno, senza calcolarsi quello che era di già caduto prima di raccogliersi, e quello divorato dagli animali volatili.
Questi felici risultamenti fecero sperare che la seminagione dei risi cinesi fosse per propagarsi con successo in tutta Sicilia, come in molte parti continentali erasi veduto, aprendo così nuovo veicolo alle industriali speculazioni.
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Francesco Stranges Sicilia
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