Ed appunto nel predetto anno D. Blasco de Garay dimandò all’imperatore Carlo V, la permissione di porre in opera una macchina di sua invenzione, la quale, come suole avvenire delle utili ma non ancor conosciute innovazioni, trovò delle grandi opposizioni. L’esperimento fu fatto nel porto di Barcellona, assistendovi lo stesso imperatore coi suoi figliuoli, ed abbenchè il de Garay ne ricevesse magnifico dono, pure ben tosto fu del tutto dimenticato. Non passò guari che un certo Mathesio rese di pubblica ragione una descrizione d’un suo meccanico lavoro, ch’egli denominò l’Eolipila, l’azione e le proprietà della quale furono molto somiglianti a quelle delle macchine a vapore dei giorni nostri. Salomone de Caux, famoso ingegniere francese e gran matematico, concepì nel 1624 l’idea d’una macchina mossa dal vapore, mentre Giovanni Branca faceva la prima applicazione in grande della possanza espansiva del vapore ad utili oggetti. Nè scorse lungo tempo che il marchese di Worcestere nel 1685, sotto il regno di Carlo II, costruì una macchina a vapore applicabile alla navigazione. Samuele Moreland avea già due anni prima presentato al re di Francia un progetto, di cui dicevasi l’autore, atto a mettere in moto i navigli per mezzo del vapore compresso, [805] e fu Moreland il primo che sottomise al calcolo la teoria del vapore. Le sue tavole furono esatte abbastanza, meno alcune piccole differenze, se facciasi paragone con quelle che sono state ultimamente messe a calcolo. Dionisio Papin, nato in Blois, viene generalmente riputato dai Francesi qual inventore delle macchine a vapore, poichè niuno finora ha dubitato delle sue numerose sperienze su tale oggetto, le quali gran lume hanno sparso tanto sulla teoria che sull’applicazione.
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