Ma egli, qual grande sapiente, annunciava dubitando cotale opinione; ed attendeva che ulteriori scavi ed ulteriori scoperte avessero potuto meglio illustrare questo gran fenomeno della natura (2735).
Così ebbe fine quell’aspra polemica, la quale se da un canto rese accaniti e nemici i più illustri scienziati siciliani, dall’altro giovò non solo alla storia naturale dell’isola, e a far maggiormente rilucere il merito distinto di coloro che veramente annunziarono idee giuste ed adeguate, ma venne altresì a distruggere un gran fatto della storia civile intorno ai primi abitatori della Sicilia (2736).
Le strade che in questo anno compironsi furono le seguenti:
Dal capovalle di Catania, pe’ lodevoli sforzi fatti da taluni comuni del distretto, colla massima rapidità s’aprì una comunicazione rotabile con Palermo e Messina per mezzo di due lunghi tronchi di strada che incontrano la consolare, uno ad Adernò e l’altro al ponte Minessale sopra Diana; la strada che dal comune di Castrogiovanni viene ad unirsi colla via consolare; e finalmente quella da Piazza colla medesima. Fu rimarchevole il lodevolissimo zelo di taluni proprietarî, che generosamente rinunziarono a’ compensi che il governo avrebbe voluto loro offrire per la perdita di parte dei fondi a cagione delle traverse delle strade anzidette.
Nè questo fu solo, perchè anche un tal barone Vitale da Santa Croce prendendo lo impegno di disseccare molti luoghi paludosi, per mezzo d’ingenti spese e d’opportuni lavori trasse le acque dal così detto Pantano dei pesci, liberando la sua patria dai malsani miasmi che ciascun anno l’affliggeano, e riducendo a terreno fertile, quel che per lo innanzi non era che un impuro deposito d’acque stagnanti.
| |
Sicilia Catania Palermo Messina Adernò Minessale Diana Castrogiovanni Piazza Vitale Santa Croce Pantano
|