Eransi d’allora in poi le successioni borboniche stabilite permanentemente perchè la vittoria di Velletri, e la pace d’Aquisgrana avean saldata la ragione che il mondo intero riconobbe per santa. Cosicchè Ferdinando, raccogliendo il sacro deposito di quella splendida eredità, mostrava voler seguire gli ottimi ed illustri esempî del grand’avo che nel suo governo si rese cotanto immortale. Per la qual cosa in su quel primo incesso così parlò ai novelli suoi sudditi.
Avendoci chiamato Iddio ad occupare il trono dei nostri Augusti antenati in conseguenza della morte del nostro amatissimo padre e re Francesco I, di gloriosa memoria, nell’atto che il nostro cuore è vivamente penetrato dalla gravissima perdita che abbiamo fatto, sentiamo ancora l’enorme peso, che il Supremo dispensator dei regni ha voluto imporre sulle nostre spalle, nello affidarci il governo di questo regno. Siamo persuasi che Iddio nell’investirci della sua autorità non intende che resti inutile nelle nostre mani; siccome neppur vuole che ne abbusiamo. Vuole che il nostro regno sia un regno di giustizia, di vigilanza, e di saviezza, e che adempiamo verso i nostri sudditi alle cure paterne della sua Provvidenza. Convinti intimamente dei disegni di Dio verso di noi, e risoluti d’adempirli, rivolgeremo tutte le nostre attenzioni ai bisogni principali dello stato, e dei nostri amatissimi sudditi, e faremo tutti gli sforzi per rammarginare quelle piaghe che già da più anni affliggono questo regno. In primo luogo essendo convinti, che la nostra santa cattolica religione è la fonte principale della felicità dei regni, e dei popoli, perciò la prima e principal nostra cura sarà quella di conservarla e sostenerla intatta in tutti i nostri stati, e di procurare con tutti i mezzi l’esatta osservanza dei suoi divini precetti.
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