Appena giunse la grata nuova dell’imbarco di S.A.R. sulla fregata la Regina Isabella nel giorno 6 marzo, accompagnato dallo scooner l’Oceano, dal brigantino il Principe Carlo, e dai reali pachetti il Leone e il s. Antonio, che le popolazioni dei circostanti paesi, volendo godere di quel gradito spettacolo, si prepararono a partir per Palermo, in cui il gran numero e l’atteggiamento delle persone bene spiegavano la fausta congiuntura che dovea fra non guari aver luogo. Il dì nove giunse finalmente il novello luogotenente, il quale appena fu scorto dalla nostra marina, che immenso popolo sbucando da tutte le vie ne riempì interamente lo spazio; e poco dopo il saluto dei forti e dei legni da guerra, esistenti già nella rada indicò l’istante in cui il real principe scendea sulla lancia onde avvicinarsi alla riva. La pubblica gioia fu allora al colmo, i replicati gridi di viva il re espressero in un modo soddisfacente le interne emozioni dei cuori di tutti gli astanti. Nel medesimo tempo ricevette egli gli omaggi di coloro che doveano con effetto prestarli ivi secondo la sovrana volontà, dopo le quali cose si mise in sul cocchio e d’un tratto percorrendo la strada Toledo fra i seguiti applausi della moltitudine giunse al real [813] palazzo. Si portò quindi alla cattedrale onde adorarvi l’Altissimo, e la sera al teatro, ove tutte le dimostrazioni di gioia furon fatte, e chiuse quel giorno la speranza che s’apriva nei cuori d’ogni fedele suddito di S.M. d’un miglior avvenire. Così ebbe fine quella rimarchevole cerimonia di cui v’ha pochi esempî, e noi come cosa speciale nell’ordinario corso delle cose v’abbiam voluto specialmente soffermare, onde resti perenne nella memoria dei posteri (2743).
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