Ora per esecuzione del trattato il vino pagò il tre per cento per dritto d’entrata, come tutte le altre mercanzie; però dai negozianti fu condotto in un deposito formato all’oggetto, con dei comodi magazzini. Nell’uscire poi dal detto deposito pagò il dritto di consumo imposto sopra una misura determinata di vino, da corrispondersi dai compratori, di piastre otto ed un quarto. In questa guisa non perdendo interamente la sua rendita, la ritrasse nel consumo e non nello arrivo. Tale determinazione fe ravvivare il commercio dei vini con la Sicilia, i quali per essere i migliori e più spiritosi, come colà desideravansi, apportarono dei guadagni considerevoli ai commercianti.
      Il sovrano decreto dei 27 aprile riformò il sistema monetario nel regno delle due Sicilie per l’elevazione al trono di re Ferdinando II, il quale non venne innovato nella parte nominale del valore di ciascuna di esse, ma semplicemente nel tipo ovvero nelle leggende.
      Sorse nel 1831 un interessantissimo istituto detto dei sordi-muti per le cure del sig. Ignazio Dixit-dominus. Se lo stabilimento dei matti è interessante perchè toglie dalla disgrazia esseri privi di senno, quello dei sordi muti educò menti sane e capaci di qualunque istruzione, e che per essere offesi in due delle nostre interessantissime fisiche facoltà non potevano ricevere il bene dell’istruzione. Con lodevole impegno adunque il Dixit dominus volle procurare di dar loro i principali elementi di pubblica educazione; e i primi saggi fatti riuscirono vantaggiosi; così egli vennesi studiando di far pronunziare a quei disgraziati le lettere dell’alfabeto, di far distinguere le cifre dei numeri, di bene scrivere e di fargli sentire delle parole, affiggendovi le analoghe idee, e finalmente d’istruirli nei principî della nostra religione.