Ma questo è poco: direbbesi che il sovrano con l’istituzione di tali società economiche avesse procurato il vantaggio dell’agricoltura, delle arti manifatturiere, e del commercio per conseguenza, trascurando quello che interessa in queste materie d’economia a conoscere, per adattare i mezzi di miglioramenti allo stato della nazione con più sicurezza, cioè a dire la statistica, che come dicemmo in altro luogo, è l’occhio della civile economia; no: Ferdinando conoscea bene un legame sì stretto, e perciò mentre fondava quegli utilissimi stabilimenti, pensava anche contemporaneamente ad una direzione di statistica centrale, la quale lavorando sempre su’ diversi movimenti delle popolazioni desse materia alle speculazioni di coloro che al vantaggio della società si consagravano.
L’Etna intanto, soggetto sempre di erudite ricerche, tornava in quest’anno, dopo lungo assopimento, a richiamare sopra di sè la pubblica attenzione. Nel dì 31 ottobre alle ore 21, dopo varie ma leggiere scosse di tremuoto, avvertite sino alla regione nemorosa, il vulcano ruppe dalla parte NO. nella regione discoperta, per varie successive bocche, e nella linea fra Bronte e Maletto. Le esplosioni del fumo, delle ceneri e delle scorie erano accompagnate dal solito fragore; ed un corso di lava scaturì finalmente dalla bocca inferiore, e si diresse verso il bosco di Maletto. Nella notte una nuova apertura formossi a piedi dell’ultimo cono dalla parte di SE., e questa fu seguita da altre otto nella stessa linea. Le ceneri, il fumo, e le infocate masse che venivano eruttate, unite al corso di lava che sgorgava dall’ultima apertura, diedero un’imponente spettacolo per tutta la notte agli abitanti della falda orientale dell’Etna; siccome più imponente ancora era quello che osservavasi dalla parte di NO.
| |
Ferdinando Etna Bronte Maletto Maletto Etna
|