Pensava che lo stabilimento del real albergo dei poveri s’avrebbe potuto agevolmente addire a molte necessarie opere di manifattura, in ispezialtà a quelle che risguardano le tessiture di sete, cotone, lini ed altro, che si stimano quali oggetti di prima necessità. Veramente bisogna confessare che in questo genere di travaglio quegl’infelici eransi dati sin dal 1793, dalla quale epoca essi avean su di ciò fatto mostra. Ciò non ostante però gli opificî in parola non eran grandemente fioriti, per la ragione che abbisognando di capitali, spesso le manifatture andavano a perire, e se non mancavano interamente, se ne intermetteano le opere. S.A.R. volle con ogni più lodevol misura assicurare per mezzo di appalti la prosperità di quello stabilimento, apprestando dall’altro canto agli speculatori il luogo, le braccia, e le macchine adatte alle loro intraprese. I vantaggi che loro eziandio accordava, erano d’assegnare numero quattro camere di sufficiente estensione, affittar le macchine e gli ordegni a filare, incannare, e raddoppiare le sete, ed i telai da tessere stoffe, e drappi di seta con la corrispondente casa d’abitazione per lo appaltatore: fabbriche che furono arrendate sin dal 1793, al francese monsieur Gaspare Martin, e al di lui nipote signor Benvenuto Pavin. Di dare parimenti in affitto diciassette telai di calze di seta, sedici per tesser lini e cotone all’uso svizzero, co’ corrispondenti incannatoi, e le macchine d’imbianchire e lustrare a cilindro i tessuti. Di assegnarsi allo speculatore cento donne di differente età. Di stabilirsi alle medesime una mercede, ove si trattasse di lavorare negli opificî in cui sono perite, non più di grana 15, ed a seconda della loro fisica suscettibilità, della quale mercede i lavoranti ne doveano ritenere una parte, andando l’altra a vantaggio dello stabilimento.
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Gaspare Martin Benvenuto Pavin
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