S’intese il dì 21 S.M. aver conchiuse la faustissime nozze, le quali furono solennemente celebrate a Voltri, luogo non molto discosto da Genova; Sua Em. il cardinal Morozzo arcivescovo di Novara ebbe l’onore d’impartire la benedizione nuziale agli sposi augusti, giusta il rito di nostra chiesa. Per sì avventurosa circostanza vi fu gran gala nel regno, si cantò solenne Te Deum nelle reali cappelle palatine, e una generale illuminazione tanto ne’ pubblici stabilimenti che nei teatri diede compimento alle espressioni di pubblica gioia. Il decurionato di Palermo votò anche la somma di ducati quattromila e dugento per destinarla a tale uso.
      Ferdinando non giunse a Napoli che il giorno 4 dicembre coll’augusta consorte, e fu testimonio di questo universal gaudio onde egli volle allora ringraziare Iddio del beneficio accordatogli: espressando altresì con varî atti di beneficenza l’interna emozione del suo cuore.
      Il luogotenente generale pensava ora di visitare la Sicilia, osservando ocularmente e d’uno in uno lo stato d’ogni comune alla medesima appartenente, onde trovando degl’inconvenienti, avesse potuto portarvi gli opportuni rimedî. Disagioso era invero il viaggio, più se s’ha considerazione alla giovanile età del real principe; ma egli voleva ostinatamente il bene di que’ sudditi che erano stati alla sua cura commessi dall’augusto fratello, non curando ostacoli di sorta purchè al desiato scopo pervenisse. Diffatti partì sollecitamente, ponendosi in giro per l’isola, e lasciandoci il principe di Campofranco a far temporaneamente le sue veci, il quale tenne la missione fino a gennaro del 1833, tempo in cui S.A.R. si restituì nuovamente alla sua residenza.