Questo utilissimo progetto interessava la Sicilia intera; dapoichè a parte del bene che qualunque speziale incremento dell’industria porta in generale alla nazione, v’han pure gli effetti dello esempio, eccitando i grandi ed utili assunti tra comune e comune quella lodevole gara, da cui spesso sono derivate la dovizia e la grandezza dei popoli.
La principessa reale donna Maria Antonia sorella del nostro sovrano fu in quest’anno richiesta in isposa dal gran duca di Toscana. La solenne ambasciata fu eseguita dal principe Tommaso Corsini, il quale esponendo il desiderio del gran duca diceva: “che venivano con ciò a congiungersi con più stretto nodo le due reali famiglie, già da gran tempo legate con i sacri vincoli di parentela e d’amistà, e si otteneva il compimento di quegli avventurosi presagi che si sono formati dai popoli che hanno la fortuna di vivere sotto il dolce governo dei due loro amati sovrani”. Il re accettò graziosamente la dimanda che il Corsini gli faceva a nome del suo signore; e andò poscia sino a Gaeta a ritrovare il gran duca che veniva in Napoli a conseguire l’oggetto dei suoi desiderî. L’eccelso ospite andò subito ad abitare la real casina a Chiatamone, dove dimorò sino a’ 7 giugno, giorno in cui nella cappella palatina vennero celebrate le nozze, che furono eseguite con molta splendidezza. L’indomani ripartì Leopoldo II con l’augusta consorte, onde restituirsi alla sua residenza, riprendendo nuovamente le diarie occupazioni del suo governo.
Si svilupparono intanto nell’isola delle perniziosissime malattie, al quale orribile disastro venne a congiungersi di nuovo la inondazione delle cavallette, che non solo minorarono dopo le provvidenze di S.A.R., [826] ma che anzi aumentaronsi nel 1833 in un modo incredibile.
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