Tanto aumento di produzione era stato per così dire più per accidente che per opera lenta del tempo; pure di sommo vantaggio alla Sicilia tornò perchè le schiuse dei tesori nascosti. Ma di là a poco le ricerche s’aumentano ed in un subito ed oltremodo, perocchè in Inghilterra stabilite delle fabbriche di soda artifiziale, come in Francia, era necessità acquistare lo zolfo di Sicilia che abbondante più che in altro luogo e di buona qualità trovavasi; medesimamente aveansene ricerche dagli Stati-Uniti d’America, dagli Stati Sardi, dall’Austria, dal Belgio, e dall’Olanda. Allora cominciossi a cavare con inudito fervore di nuove miniere, e per aver presto il minerale non si serbavan regole nei tagli e cavamenti; inespertezza era nei minatori, trascuraggine nei capi maestri. Rovinavan taluni zolfataie, ma ciò non era d’ammaestramento a meglio eseguire i cavamenti; tutto ponevasi in opera, tutto si sarebbe sagrificato perchè s’avesse presto il desiderato minerale. I prezzi dello zolfo crescevano tra un momento ad un altro, e per bruciarsene molta quantità, ed averla pronta al traffico, i possessori delle zolfatare dannavano alla sterilità i vicini campi, e quando questi ad essi non appartenevano con rilevanti danni compensavano i loro padroni. Mancavano ad altri i capitali per cavare le miniere, bruciare gli zolfi, quindi profittavano delle offerte d’accorti mercatanti inglesi che le toglievano in fitto a rovinosi patti. Obbligavasi il fittajuolo a tutte le spese del cavamento e della fusione, a consegnare allo affittatore un prodotto solo tra il quindici e trenta per cento l’anno, secondo l’abbondanza e qualità del minerale ed il volume d’acqua onde sono ingombrate le gallerie sotterranee, e secondo che le miniere fossero più o meno distanti dal caricatojo.
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