Tutto il dippiù a beneficio d’esso fittajuolo andava (2762)”.
Non v’ha dubbio però che il maggior male in siffatte operazioni di escavamento, venisse prodotto dalla combustione, e il provvido governo di ciò penetrato voleva rimediare in un modo qualunque. Tra le altre misure S.A.R. il conte di Siracusa, credette più efficace quella di proporre vantaggi considerevoli a coloro che intendessero con congegni e macchine analoghe di far effettuire lo brugiamento dello zolfo senza danno della pubblica salute, e senza scapito degl’interessi dei proprietarî di terreni vicini. Il real istituto d’incoraggiamento, secondava dalla sua parte queste premure del governo, e rivolgendo su questo interessante articolo tutta la sua attenzione, coi suoi travagli non meno che coi proprî fondi facilitava le pruove che taluni de’ meno agiati inventori facevano delle macchine loro. Pare però che per tale riguardo fra tutti si distinguesse il sig. Benedetto Barbagallo, il quale inventò e costruì un fornello atto alla combustione dello zolfo, che presentò [828] allo esame dell’istituto accennato, il quale venne a conoscere che dal materiale di quintali 3, rotoli 83, ed once 9, con un combustibile adoperato in rotoli 59, venne a risultare il minerale già fuso, senza ombra di esalazione di gas acido solforoso in rotoli 85, once 3 e mezzo.
Per riguardo al commercio fattone si può vedere nel Bianchini, che nel 1832 le miniere aperte sommavano a ben 190, e la quantità esportata allo straniero a 400,890 quintali per un valore di 1,282,848 ducati.
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