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      Aumentato il prezzo dello zolfo crebbe la estrazione a coerenza; e diffatti in quest’anno 1833 si esportarono 495,769 quintali del valore di ducati 1,929,006. I prezzi medî furono di ducati 3 e gr. 98, e mentre duravasi in liete speranze, formato era di già il germe della rovina del traffico dei zolfi. “I prezzi, prosegue il nostro autore, accresciuti da un verso, ed i guadagni, che vengono dalle incette di qualsiasi merce fecero concepire ed effettuare il naturale disegno ai negozianti inglesi di riunire nelle loro mani circa 400,000 quintali di questa superflua produzione. I Siciliani intanto producevano quasi 900,000 quintali l’anno, allorquando il bisogno del commercio non ne richiedeva che seicentomila a un bel circa, quindi altro ammasso di produzione che in parte ristagnava ed in altra era inutile e senza valore, quindi di necessità ribassi e invilimenti nei prezzi. E se i prezzi medî erano nel 1833 secondo che gli ho indicati ciò debbasi intendere di prezzi coacervati per gli speculanti e trafficanti che facevano la estrazione dei zolfi, mentre la più parte dei proprietarî delle zolfataie, o le aveano date a fitto, o non ne ritraevano che lievissimo frutto, come dissi, o per povertà di capitali, o per danaro preso ad usura, o spaventati dall’idea di tristo avvenire vendevano lo zolfo a prezzo sì tenue che talune partite furono incettate al di sotto del costo effettivo ch’era trai dodici e quattordici carlini napolitani. Eran dunque nel commercio dei zolfi per un verso il monopolio, pochi e la più parte inglesi, erano ad un tempo quasi diresti produttori perchè tenevano le principali zolfatare nelle loro mani, compratori perchè incettavano il minerale dai piccoli e poveri proprietarî, venditori perchè essi poi ne facevano le vendite allo straniero a quel prezzo che loro tornava grado; dall’altro verso eravi eccesso sempre crescente di produzione e proprietarî poveri e indebitati, ai quali mancavano capitali e mezzi da rilevar la produzione, ed eran essi divisi d’interessi e d’opinione senza che avvertissero donde provveniva la causa che dalla più lusinghiera prospettiva di guadagno li avea gittati nella rovina; e se pure l’avvertivano, tale era l’idea del privato ed esclusivo interesse che ciascuno avrebbe voluto limitar la produzione altrui, ma niun sagrifizio fare da parte della propria.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
Appendice - Indici - Note
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1333

   





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