Questo sito così prediletto dalla natura era appunto oggetto di rifiuto in questo tempo per li perniziosi miasmi ch’esalavano dal fiume che vi scorre vicino. Furono fatti per conseguenza sentiti reclami al luogotenente per togliere quel grave ostacolo alla pubblica salute non solo, ma al godimento altresì dei cittadini che a cagion di diporto si recavano spesso in quel luogo. E S.A.R. non appena informata di ciò fu sollecita a dare le opportune provvidenze perchè venissero diseccate le acque stagnanti del nominato fiume, e poste in opera tutte le possibili cautele onde essere impedita la rinnovazione del male. Le disposizioni accennate produssero subito quell’effetto che ben s’aspettava, conciossiachè la mercè loro fu nuovamente aperto quell’ameno soggiorno alla vista dei nostri cittadini; soggiorno che altronde aggiungeva pregio ed onore alla bella e deliziosa Palermo.
Una generosa istituzione sorgeva frattanto per le filantropiche mire del conte Gaetano Ventimiglia. Aveva egli rassegnato al nostro real governo il progetto di voler erigere un Ospizio di fanciulli poveri d’ambi i sessi col titolo di Sacro pubblico ospizio Ventimilliano; a quale oggetto avea formate le analoghe istruzioni sulle quali intendeva poggiare un tanto utilissimo stabilimento. Il luogotenente fu sollecito di secondare il proponimento che mirava ad agevolare quei miserabili disgraziati che nella loro tenera età privi di soccorso e d’aiuti o periscono dalla fame, o inondano le strade per farsi poscia strumento di nequizie o di mal costume; e per conseguenza impetrò la sovrana autorizzazione, colla quale il Ventimiglia venne poscia ad effettuire quel voto del suo cuore, in cui sagrificava una parte delle proprie sostanze.
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