Per amministrare però i fondi anzidetti un’apposita deputazione venne di ciò incaricata, mentre la materiale esecuzione restò commessa all’architetto comunale, assistito da un abile ingegniere idraulico. Quanto rimanessero contenti i Catanesi di siffatta provvidenza non è a dirlo, conciossiachè ognun sa i vantaggi che da siffatte opere scaturiscono in bene della coltura d’un paese; e sebbene tuttavia il molo anzidetto non vada compiuto, in onta alle premure ed allo zelo dei cittadini, pure non sarà tardo il suo perfezionamento. Anzi un caso singolare, avvenuto nell’anno 1842, e che mostra l’impegno e l’amor patrio dei Catanesi è debito a questo luogo rapportare. Mentre fervea la costruzione di questo molo, che l’intera Sicilia veniva ad interessare, uno de’ due cassoni ch’eransi piantati in quell’anno a palafitte sul suolo arenoso, e a vaina galleggiante per le ingrossate onde del mare rovinò. Lungi però di arrestarsi per questo inaspettato avvenimento il lavoro, l’entusiasmo de’ cittadini destossi, e molti di essi per far progredire le opere in parola, volontariamente s’offrirono di riparare a proprie spese quel danno; ed infatti s’aprì tosto una soscrizione volontaria, ed una commessione appositamente eletta raccolse la somma di duemila ducati, colla quale potè farsi fronte alla nuova costruzione d’uno de’ cassoni già precipitatosi. Possano questi esempî de’ buoni ed amorevoli Catanesi, esser seguiti da coloro che amando di progredire in civiltà si determinino a contribuire al vantaggio della propria patria, imitando la generosità degli ottimi cittadini!
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