Perchè ridonda ad onore di Sicilia, e forma parte della sua storia, rammenteremo la scoperta di Giuseppe Tranchina sul modo d’iniettare i cadaveri. Questo valente giovane, di cui fecero elogî i più rinomati giornali forestieri, era riuscito, mercè un nuovo metodo, a conservare intatti i corpi degli uomini che avesser subìto l’ultimo fato. Gli antichi Egizî serbarono interi i cadaveri dalla putrefazione; e solo ne’ moderni tempi l’olandese Ruisch arrivò a questo mirabile ritrovato, che scese con lui nella tomba. Il Tranchina però dopo molti tentativi, e co’ soli lumi del suo ingegno, giunse a penetrare il segreto del Ruisch, e ne fe’ parecchi sperimenti che riuscirono sempre vantaggiosi nello effetto; il perchè si credette, come invero doveasi riputare, che egli ne fosse assolutamente l’inventore (2769). Egli colse pertanto palme onorifiche della sua valentia, ed ebbe dal pontefice la decorazione dell’ordine dello Speron d’oro per la iniezione del cardinal Zurla. La Sicilia ancora piange il Tranchina che tanta gloria le riscosse; e si duole d’aver immaturamente perduto con lui parecchi figli, che formavano il trofeo della sua grandezza.
Frattanto un fatto rilevantissimo accadde nel contado di Riesi a cagione d’una cava di zolfo. Erasi veduto in molte zolfatare sgorgare dell’acque nell’atto dello escavamento, le quali aveasi cura di raccogliere in serbatoi, o di estrarre colle trombe, onde non impedire il lavoro della miniera. Ora avvenne che nel fondo d’una vasta solfaneria del suddetto contado di Riesi si ruppe l’argine d’uno di questi laghetti, e l’acqua sulfurea ristagnante espandendosi ad un tratto, mandò tanto volume di gas idrogeno solforato, che alcuni lavoratori ne furon morti, altri colpiti da asfissia camparono assai malconci.
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