Intanto nel reclusorio delle orfane della comune di Sciacca per il buon volere di certo Montalbano stabilivasi un opificio di tessuti di lino e cotone all’uso estero, nella quale arte venivano ammaestrate da un’esperta figlia del detto Montalbano. Gli amministratori di quel reclusorio stimarono eccellente la risoluzione di costui, e ne fecero analoga istanza al governo per la superiore sanzione, che facilmente ottennero. Così si vide attivare l’industria in quel paese, facendo a gara colle più cospicue città di Sicilia, e mostrando lo impegno di far prosperare nell’isola le manifatture, aumentando la nazionale opulenza e felicità.
Queste utilissime provvidenze emetteva il luogotenente generale conte di Siracusa in vantaggio di questi reali dominî; e i Siciliani grati al buon governo di lui non potevano che benedire le sorti cui il sovrano li riserbava. In sul finire però del mese di febbraro 1835 venne in pensiere allo augusto principe di recarsi in Napoli, lasciando in sua vece il Campofranco ad esercitare l’alte funzioni della eminente carica di cui era investito; e la M.S. diffatti con decreto emanato in quel torno lo confermò nel lodato esercizio per breve tempo, dovendo presto restituirsi il conte di Siracusa alla sua residenza in Palermo. Ma siccome il predetto augusto principe non venne poi in Sicilia, e la luogotenenza in mano del Campofranco durava nella forma provvisoria, il sovrano credette spediente con altro decreto dei 29 agosto di quest’anno 1835 confermarlo stabilmente nella surriferita carica, accordandogliene lo assoluto esercizio.
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