L’apertura dello anzidetto deposito non ostante le premure del Campofranco non potè effettuarsi che nell’ottobre del presente anno 1835, nel quale si vide assai commovente quadro per le strade di Palermo. Innumerevoli donne sottratte ai disagi della miseria, spogliate dai loro luridi cenci, ripulite nelle loro scarne membra, e sotto l’uniforme obbigliamento di cui erano state appositamente provvedute si videro a stuolo a stuolo, parte a piedi e parte, che per difetto o per età non potea sostenere i disagi del cammino, adagiate in carri, andare al nuovo asilo con nel volto l’allegrezza e con l’esultanza nel cuore. Dato ristoro alle loro prostrate forze, cominciaronsi ben presto ad iniziare ai lavori industriali, promettendoglisi altresì premî ed incoraggiamenti quante volte mostrassero di perfezionarsi e progredire nella data manifattura cui eransi dedicate. E non può a questo proposito defraudarsi della debita lode il principe di Palagonia che con ogni possibile sollecitudine prendendo stretta cura di quegli infelici li venne educando a sociali vantaggi; in ciò rispondeva perfettamente alle intenzioni del luogotenente generale, il quale conoscendo bene l’animo, e la filantropia di quel degno personaggio, non erasi ingannato nello affidare un tanto stabilimento alle sue mani (2771).
Da tutte le anzidette cose ora ben si ravvisa come migliorasse l’aspetto della capitale, e come si rendesse mano mano più dignitosa ed ammirevole, essendochè poteva oramai congiungere alla venustà e magnificenza dei suoi edifizî, alla gajezza dei suoi fonti, la pulitezza nelle strade, e il decoro nei cittadini che permanentemente vi stanno.
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