Fu esso pertanto edificato presso la riva del mare, ove potè senza scapito della pubblica decenza rimanere.
Queste erano le cose intorno alle quali s’affaticava Palermo per rendersi più splendida e più bella agli occhi di tutti: ma non era la sola in Sicilia che nutrendo l’amore e la sollecitudine di sè procurasse con ogni mezzo di rendersi interessante; poichè la città di Morreale abbellivasi per cura dell’ottimo ed insigne prelato monsignor Balsamo, di cui ora con grave dolore rimpiangiamo l’irreparabile perdita. L’albergo dei poveri che sta all’ingresso di quella celebre città surto per opera del Balsamo compivasi ora aggiungendo lustro ed ornamento alla medesima, la quale piena già di gravi memorie, attestava ai posteri la munificenza e la pietà dello illustre fondatore. Dopo di avere con ottimo successo giovato all’istruzione di quel paese alle sue cure affidato, diffondendo i germi della più sana coltura, intendeva ora di scemare non solo, ma di rendere utile alla società la pubblica indigenza. Quindi dopo aver fatto edificare un asilo pei miserabili della sua diocesi, preparò in esso tutti gli elementi capaci a far conseguire quel doppio oggetto; e l’opera riuscì sì bella e sì magnifica, tanto per le materiali sue forme, quanto per l’utile destinazione di tutte le interne parti, che poteva accrescere decoro alle più cospicue capitali del mondo; sicchè quelle stesse qualità che la rendon distinta e pregevole, fecero trovare quasi disadatto ed inferiore al suo merito il sito in cui la necessità e la condizione del luogo l’avean collocato.
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