Le norme date al luogotenente generale da re Ferdinando, parvero produrre i più utili resultamenti, e dal predetto anno 1824, sino al 1836, la costruzione delle strade non fu più intermessa, sebbene lentamente progredisse; e si vide anzi, a maggior corroborazione di questo nostro detto, il governo prendere in prestito una somma d’un milione di ducati da destinarsi all’uso suindicato, pagando vistosi interessi, affine di far fronte alla ingentissima spesa, o pur di maggiormente affrettare il compimento delle opere. Ciò se non altro mostrava il desiderio e la premura che i sovrani mettevano in questo affare, ed è tanto vero, quanto visto insufficiente, come era certamente da giudicarsi, il primo prestito, un altro nel 1835 se ne effettuiva nella somma di 150,000 ducati. Pur nondimeno in onta a queste somme la costruzione delle strade non progrediva, e sul finir dell’anno 1838 stagnarono nei banchi ben novecentomila e più ducati, prodotti da denari che si destinavano all’oggetto indicato, ma che rimanevano inoperosi per malintesa economia, la quale, al dir del Bianchini, privava la Sicilia in gran parte d’uno dei suoi primi e principali bisogni, e la manteneva stazionaria senza comunicazioni! Le opere pubbliche a carico delle provincie e dei comuni giacevano in peggiore condizione, sicchè essendo scorso oltre di terzo del secolo che volge, la Sicilia presentava tuttavia, quanto alle sue opere pubbliche, lo stato istesso di quattro in cinque secoli indietro, e tranne poche strade mal costrutte e malissimo mantenute, sì difficili erano i cammini tra i diversi paesi, che con istento si poteva transitare in lettiga e sulla schiena de’ muli, quando pur con pericolo estremo non si fosse costretto ad arrampicarsi colla persona per balze e dirupi!
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