Or non appena ne fu avvertito il re, ordinò tosto che la dogana cessasse da qual siasi altro lavoro per disbrigar le carte necessarie a tali legni onde accelerarne la partenza, non volendo egli che gl’interessi del commercio avessero a soffrire alcun detrimento per le determinazioni dell’alta politica. Medesimamente ordinò che il commercio inglese continuerebbe ad esser rispettato nel suo regno, e che i porti resterebbero liberi come per lo passato. Intanto un forte navilio inglese comandato dall’ammiraglio Stopford nelle vicinanze di Capri e delle circostanti isole in vista della città di Napoli, senza esservi alcuna dichiarazione d’ostilità, cominciò a predare diversi legni mercantili di real bandiera. A quest’atto il re fu forza che rispondesse con disposizione del 24 aprile, ordinando l’embarco su tutti i legni mercantili inglesi che si trovassero sulle coste e nei porti del reame, o che potessero in seguito giugnervi. Era indegnato l’universale al massimo grado, tutti sentivano altamente la giustizia della causa che con tanta energia avea il re intrapreso a sostenere, tutti speravan da lui riparazione a’ torti che la nazione riceveva. Si ponevano intanto con estrema dignità in luce i dritti che avea avuti il nostro re a fare il contratto verso le corti straniere, allorchè il re dei Francesi [847] augusto zio del nostro sovrano fece spontanea e graziosa offerta d’una semplice mediazione presso il governo della Gran Brettagna, diretta unicamente ad accelerare la diffinitiva composizione della questione in discorso.
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