Tale offerta accettata dal gabinetto inglese, non esitò il nostro re ad accoglierla egli pure, promettendo tra le altre condizioni che la negoziazione si facesse a Parigi. Cambiatesi in questo mentre le corrispondenti comunicazioni tra il nostro governo ed il cavaliere Temple ministro della corte britannica per lo mezzo del visconte Haussonville incaricato dal re dei Francesi, si stipulò d’accordo preliminare convenzione (2780). Cessarono quindi le misure di rappresaglia scambievolmente adoperate dai due governi sino a 26 aprile, in conseguenza di che il nostro re in questo giorno prescrisse di togliersi il cennato embarco. Dichiarò il gabinetto francese non esservi stata violazione del trattato in discorso, niun dubbio che il re del regno delle due Sicilie potesse imporre qualsiasi gravezza ai zolfi. Espose non di meno il suo desiderio che cessasse il contratto Taix, perchè non confacente coi sistemi di civile economia adottati dalla più parte delle genti, nel quale caso fossero di diritto le indennizzazioni a chi veniva a soffrirne. Terminata in tal modo la controversia, determinò il re con decreto dei 31 luglio 1840 di restare abolito il contratto della compagnia Taix e Aycard; il principe di Campofranco consigliere di stato presidente della consulta del regno assistito dal duca di Cumia procuratore generale presso la gran corte dei conti di Sicilia fissasse le indennità da darsi alla compagnia, laddove v’avesse dritto.
Fu stabilito ancora che rimanesse il dazio dei zolfi di carlini venti a quintale, che non è guari venne ridotto a soli otto, non meno per sopperire alla tesoreria il mancamento dei ducati 400,000 diminuiti dal balzello della macinatura dei grani nel 1838, che per pagare annualmente le indennità indicate.
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