Medesimamente si venne a disporre che nello stesso tempo si facesser dei progetti d’arte e perizie così per lo acquisto del terreno, come pel muro di cinta, per la chiesa, abitazione del custode ec., deliberando i corrispondenti fondi. I sindaci e decurionati poi dovendo stare al disposto della legge, eseguissero l’interro per l’inumazione piuttosto che per la tumulazione, potendo altresì accordarsi alle congreghe l’acquisto nel recinto dei campisanti d’una porzione di terreno o giardinetto pei rispettivi confratelli, facendo eseguirne l’apertura con le formalità prescritte.
Ecco quanto praticavasi nel 1838 su questo particolare; e chiunque s’avvede quanto utile la decenza, il buon costume, e la salute ne risentisse, conciossiachè date le norme per bene ed opportunamente regolare questa parte di pubblico servizio, che può appellarsi tumularia, gl’inconvenienti sperimentatisi finallora doveano di necessità dissiparsi, rimanendo solo alla Sicilia il vanto e l’onore d’aver adempiuto un’opera che la collocava a livello delle più cospicue città dell’Europa.
Chiudevano l’anno di cui facciamo parola due memorabili sovrane disposizioni circa al dazio sul macino, e al catasto fondiaria. Considerava re Ferdinando che gravoso riusciva alla classe più povera delle popolazioni l’imposizione della macinatura del grano, e che i modi introdotti in Sicilia per esigerlo erano i più dannosi perchè tendenti ad inceppare l’industria rurale, e la miglior economia della Sicilia; e per conseguenza riducendo dai tarì tredici e grana dodici a salma il dazio in parola a tarì nove e grana dodici, veniva a recare un alleggiamento considerevole alla popolazione siciliana.
| |
Sicilia Europa Ferdinando Sicilia Sicilia
|