Ma oltre a questo egli si provvide di cannoni e d’armi, onde [851] per la piccolezza del suo legno non fosse egli coi suoi esposto all’aggressione di corsari malesi, e fatta in fine vittovaglia partì da Boston il primo marzo del 1839 e a 2 aprile varcava la linea equinoziale; a 8 maggio il capo di Buona Speranza; il 1 di giugno traversò il tropico di Capricorno, e tagliando l’equatore una seconda fiata, a 1 di luglio approdava a Sumatra, propriamente a Pulo-Rhio. Ivi non trovò del pepe, oggetto del suo viaggio, e venne a Rigas, ove rinfrescò la ciurma con banani, zucche, cocchi ed altre frutta del paese; provvidesi di viveri, acquistando galline e riso; usò con quegl’indigeni prudentemente, dei quali il capo in istrano costume, scalzo e con berrettone di vimini, portossi a bordo del legno, osservò la bandiera reale, domandò in dono un cannone e un altro ne comperò, dopo aver veduto tirare due colpi a palla. In quel luogo il nostro di Bartolo caricò di pepe il legno, e non avendo scorto nè bastimento nè individuo europeo, il 26 di luglio fe’ mossa per ritornare. Così a 7 ottobre ripassò il capo di Buona Speranza, donde dopo cinque giorni fu all’isola di s. Elena per rinfrescarsi; e tagliando per la quarta volta l’equatore, a 5 dicembre entrò nello stretto di Gibilterra, e ai 14 gettò l’ancora nel porto di Palermo. S.M. allora inteso l’intraprendimento ardito del di Bartolo, e la valentia dimostrata nella indicata circostanza, affine di maggiormente incoraggiare i marini siciliani a distinguersi nella bella carriera dell’esterno commercio, volle premiare l’egregia azione di colui che tanto meritava dalla patria, perlocchè gli concesse una medaglia d’oro del merito civile, e lo prescelse ad alfiere di vascello della real marina, potendo continuare a navigar sui legni mercantili con non pochi privilegi.