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      In quest’anno 1839 però dichiaravasi esser libero a chiunque nazionale o straniero di trasportar qualsiasi oggetto o persona in tutta l’estensione del reame con battelli a vapore, ovunque fossero stati essi costruiti, purchè provveduti dall’atto chiamato di nazionalità e di riconoscimento, e coverti di real bandiera, ai termini delle nostre leggi. Ma nel venturo anno 1840 per una convenzione tra il nostro governo e la Francia furono ammessi nel porto di Napoli battelli a vapore dell’amministrazione delle poste francesi; il che oltre che agevolò il transito dei passaggieri delle due nazioni, imbarcò ed isbarcò metalli in oro ed argento (2783).
      Tanto successo delle navi a vapore spinse allora i Siciliani a formare una società anonima onde acquistare due battelli per uso esclusivo del nostro paese. Il garente di tale compagnia fu il signor Beniamino Ingham, [852] e le azioni bisognevoli per potere dar moto all’impresa si calcolarono pel numero di 400; si raccolsero perciò gli azionisti che sommarono a 350, frai quali la maggior parte nobili, e si venne a rappresentare al re l’interessantissimo proponimento, che fu sollecitamente approvato. In conseguenza di che il gerente e i componenti il consiglio di amministrazione si riunirono per deliberare l’occorrente, e si stabilì che per allora (1840) si acquistasse un solo vapore della forza di 120 cavalli da denominarsi il Palermo; che riscossa la prima parte d’ogni azione si stipolasse il corrispondente contratto, che poscia venne anche munito della corrispondente sanzione sovrana.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
Appendice - Indici - Note
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1333

   





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