Venne pertanto stabilita in ogni biennio quest’esposizione, dovendo nell’anno sussecutivo vedersi poste alla solenne mostra le manifatture e tutte le arti meccaniche che mirano allo scopo d’agevolare e promuovere l’industria nazionale, su di cui erasi molto prima pensato. Gli oggetti vennero depositati nella gran sala della regia università degli studî in Palermo, ove rimasero per ben venti giorni; scorsi i quali si passò alla premiazione. Ma se qualcuna delle opere veniva riconosciuta di merito singolare, allora la commessione di antichità e belle arti, era autorizzata ad acquistarla per conto dell’università, pagandone il prezzo corrispondente, acciò fosse collocata nella galleria, facendo parte di quelle preziosità che lo straniero, spesso appo noi traendo, ammira.
[853] Noi spesso parlammo dello edificio delle nuove carceri, il quale con molta alacrità progrediva; ora però diremo che nel mezzo di quest’anno i comuni voti contro ogni aspettazione andavano soddisfacendosi. Non appena fu compita una parte di quell’immenso fabbricato che il marchese Tschudy secondando le premure del re su questo particolare volle di già attivarla, facendo sgombrare interamente le antiche prigioni, che furono in un subito vuotate. Così lasciava la pena un luogo di espiazione non meritato forse, perchè la sociabilità d’oggidì coi suoi recenti sistemi ha creata anche l’educazione come la chiamano correttiva, la quale mirando principalmente a prevenire il reato, segrega e divide i delinquenti, perchè il contatto non aumenti la loro perversità, producendo quegli orribili effetti, per cui spesso si veggono da pertutto intrise di sangue le pareti che racchiudono il reo che deve emendarsi, e non perseverare o peggio indurire nel delitto.
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Palermo Tschudy
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