CAPO XV ED ULTIMOLuigi Nicola de Majo duca di S. Pietro comandante generale le armi luogotenente generale in Sicilia.
Il duca di santo Pietro non appena giunse in Palermo che prese possesso delle cariche sovranamente concessegli, facendo conoscere alle autorità tutte il suo arrivo in una colle determinazioni di re Ferdinando sul particolare. In conseguenza di che egli cominciò a prender parte negli affari spettanti l’isola nostra, nè tardò guari ad emettere un provvedimento rimarchevole, degno della nostra menzione.
La pianura di Maredolce, un tempo delizioso soggiorno dei saraceni emiri, celebre pei suoi parchi ameni e per le sontuose naumachie, ma ognor più celebre addivenuta per lo rinvenimento di quelle ossa fossili di cui pur tenemmo ragionamento nelle presenti storie, presentava un quadro commiserabile e tristo ad un tempo, a cagione che le limpid’acque abbondanti, le quali concorrevano un giorno ad accrescerne l’ornamento e il pregio, deviate ora dai loro sentieri, e non più chiuse negli argini antichi, venivansi, diffondendo, a ristagnare e corrompere, producendo letali miasmi in danno della pubblica salute. Erasi invero pensato a riparare a tanto gravissimo sconcio, ma fino all’anno 1841 non erasi pervenuto al desiderato scopo. Premuroso dell’utile pubblico il prelodato luogotenente volle accorrere con tutto lo impegno al sollievo di quei miserabili, vittima delle infami esalazioni delle impure acque, che perenni mantenevano morbi micidiali in quella parte; spinse con efficacia ed energia i lavori diretti al prosciugamento delle paludi in discorso, spesso li visitò, e presto ottenne il dissipamento degli [854] aliti micidiali, mercè il compimento delle opere.
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