Per la salubrità s’intendeva d’impedire che s’addicessero a manifatture o processi nocivi alla pubblica salute, locali dentro la città, di curare gli sbocchi dei pubblici acquedotti, e i rispettivi corsi delle acque. Per sicurezza: di demolire le case crollanti, o corpi pensili, ristaurare e selciare le strade, affinchè il tragitto fosse di niun pericolo, riempire e chiudere quegli spazî che potevano minacciare la pubblica sicurezza. Per comodo ed abbellimento finalmente, il restauro e rettificazione di quelle opere che già trovavansi esistenti; curando altresì sotto questo rapporto che non fosse innalzato monumento o lapidaria iscrizione, o concesso palmo di suolo senza speciale autorizzazione. Queste ed altre cose simili ebbe affidate il consiglio, e fu a sperare che la città di Palermo divenisse per mezzo di particolari sollecitudini più bella e più magnifica, ed attestasse allo straniero, come la mano del re ha anche special cura dei suoi amatissimi sudditi di questa parte del regno, promovendo quelle utili istituzioni che meglio possono condurre a far viemaggiormente risplendere quei pregi che sono connaturali al nostro paese.
Tenne dietro a questa utilissima provvidenza quella dell’abolizione delle mete del pane e delle paste. È un fatto comprovato dalla esperienza e saldato dai più sani principî economici, che la fissazione d’una data quantità di grano destinato alla manipolazione produce conseguenze assai tristi; perocchè i venditori stabilito il prezzo fisso colle mete anzidette non solo non pongono alcuno studio nel migliorare la qualità del pane e delle paste, ma spesso eludendo la vigilanza delle autorità municipali v’impiegano quella quantità che loro meglio torna conto.
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Palermo
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