Le quote dei demanî poterono dividersi per teste o per concorso, e tanto per l’una che per l’altra divisione particolari istruzioni ne regolarono i modi.
Ecco le memorabili disposizioni che sino a tutto il 1841 ebbero luogo sotto la luogotenenza del duca di Santo Pietro. Ma nel medesimo anno e nel sussecutivo 1842 però non vi fu cosa che possa ora interessarci, se ne togli lo innalzamento della statua colossale marmorea del nostro Ferdinando II, nella città di Noto, e le sontuose e splendide feste tenutesi in Messina pel centenario di S. Placido, il di cui corpo fu ritrovato nella detta città nel 1588 in occasione che si cavavano le fondamenta del nuovo altare maggiore che dovea ergersi nella chiesa di S. Giovanni dell’ordine dei cavalieri gerosolimitani (2784). Innumerevoli provvedimenti vi furono anche per le strade pubbliche dell’isola; ma siccome ci siamo prefissi pria di chiudere il presente lavoro di dare un’idea dello stato industriale della Sicilia in quell’anno, così ci riserbiamo a trattar di ciò a suo luogo. Intanto è necessario innanzi tratto d’accennare l’eruzione dell’Etna replicata in sul finire del già nominato 1842, acciò questo avvenimento non c’interrompa la narrazione alla quale saremo per accingerci.
Alquante detonazioni adunque e movimenti di terra, manifestarono come al solito il giorno 27 novembre la eruzione da [857] cratere, quel medesimo che nel 1838 stette in molta attività. La lava in sul principio frenata da ostacoli si divise in due correnti, mentre le materie vulcaniche aveano formato un monticello, il quale avendo per base il fondo del cratere, innalzavasi sino al livello del margine della cima dell’Etna.
| |
Santo Pietro Ferdinando II Noto Messina S. Placido S. Giovanni Sicilia Etna Etna
|