Distrutto il contratto, e coll’ultima sovrana disposizione dell’ottobre 1842 diminuito d’assai il dazio che sull’anzidetto minerale gravitava, lo zolfo pare ora che voglia risalire al primiero lustro, perchè le ricerche non potranno giammai venir meno, eccetto quando di questo minerale sarà trovato un succedaneo tale da farne interamente le veci con molto profitto.
Con successo poi si van procacciando in Sicilia le coltivazioni di estere piante necessarie all’industria, in mezzo alle quali è degna di particolar menzione quella di cui ultimamente si fe sperimento, cioè a dire l’indaco o indigottina, la quale introdotta da pochi anni in Europa serve ad estrarre quella sostanza tanto utile e ricercata dall’arte della [859] tintoria, onde n’è provenuto il nome di polygonum tinctorium. Superflua cosa mi sembra il dimostrare la importanza di siffatta produzione, essendochè oggimai tutt’i governi, i dotti, e gl’industriosi si studiano di trapiantare il poligono nelle parti meridionali d’Europa, affine di rimuovere la soggezione del continente americano, da cui esso proviene con pesantissimo tributo ed a carissimo prezzo, essendo questo vegetabile indispensabilissimo a tutti gli speculatori. Ma dall’anno 1837 non si è esso coltivato che per saggi ed esperimenti soltanto, anzichè per economica speculazione, giacchè non essendosi tuttavia rinvenuto il processo più semplice per estrarne la sostanza, come altresì il modo più facile d’imprenderne la coltura, va esso lentamente progredendo.
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