Per quanto riguarda poi la tessitura dei panni, parecchi progetti hanno avuto luogo, molte sovrane provvidenze si sono emesse le quali sventuratamente sono ite a vuoto; e mentre nel regno di Napoli, bisogna confessarlo, tale manifattura è arrivata ad una perfezione ammirabile, in Sicilia non migliorano tali stabilimenti, ma mancano assolutamente. Invero sarebbe a pensare dai zelanti del pubblico vantaggio su questo particolare, perchè fa sdegno il vedere un’isola che mano mano va acquistando mezzi di fiorigione, e d’incivilimento trascurare un oggetto di tanto interesse. Che si riuniscano capitali, che si facciano delle soscrizioni, quando non altro delle questue presso i proprietarî e capitalisti i più ricchi, affine di cumulare le somme necessarie a tanta impresa. Facilmente anche si potrebbero assicurare queste piccole azioni, mentre la vicinanza che noi abbiamo col regno di Napoli rende agevole il chiamare conoscitori e periti di tali manifatture, impiegandosi con poco dispendio negli stabilimenti in parola, da cui s’otterrebbe se non altro il desiderato incominciamento, onde presto perfezionarci in un lavoro che assolutamente è estraneo al nostro paese. Alle fabbriche di ferro fuso hanno ottimamente pensato i fratelli Gallo e i signori Florio e compagni in Palermo, e molti preziosi lavori ne sono da esse usciti (2786). Ora s’intende anche a’ lavori delle lastre mercè le lodevoli intenzioni degli anzidetti signori Gallo, co’ vasellami del medesimo genere di cristallo per le quali hanno già domandata privativa al governo.
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