Terminatasi quest’operazione si venne a trebbiar l’orzo che riuscì con pari successo.
In Sicilia varie sono le maniere che si adattano per la trebbia; taluni buttano nell’aja una gran quantità d’animali che si fanno correre liberamente per la medesima, formando un cordone d’uomini per impedirne la fuga. Altri legano in due o in tre cavalli, e montandone un solo corrono e pestano l’aja. Ma vi sono ancora di quelli che con una pietra bucata attaccata ad un asse e tirata da due animali, fanno percorrere lo spazio ove dee adoprarsi la trebbia. Altri finalmente correndo a piedi colla frusta e col punzolo in mano, spingono gli animali di quà e di là a costo della propria salute, e qualche volta della vita stessa, restando esposti ai calci e morsi dei cavalli e muli inferociti dalla fatica. Da pochi però si conosce il modo del correggio come in Napoli; giacchè la maggior parte de’ borghesi nei nostri contorni trebbiano a stracco come lo chiamano, e consiste nell’attaccare tre animali insieme che guidati da un uomo a piedi corrono quà e là ed eseguono la loro fatica. Ora secondo questo metodo non si possono trebbiare in un giorno più di sessanta covoni, sicchè la spesa da impiegarvisi per lo numero di 2,208 covoni, quanti erano quelli del Valenza, sarebbe ammontata ad once quindici e tarì cinque. Colla macchina del Vergara però s’ottenne più bello lo effetto colla spesa sparutissima d’once cinque e tarì diciotto, onde si vede che il risparmio riportatone supera di due volte la spesa ordinaria.
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