Non sapremmo però agevolmente presentare ora i vantaggi che all’industria siciliana quelle hanno arrecato in relazione agli anni trascorsi, quantunque essenziale cosa fosse; conciossiachè la fatica lunga e fastidiosa riuscirebbe; ma certo è non di meno che la fiorigione della Sicilia per quanto riguarda cause intrinseche sta intimamente connessa con la progressiva perfezione di quell’immensa opera. Questo sì desidererei, che un ingegno sistematico a ciò si dedicasse, perchè le statistiche anche in fatto d’opere pubbliche sono necessarie per vedere i rapporti intimi che le legano all’industria, la quale considerata da sè sola, sfornita dei necessarî paragoni, non sarà mai visibile nel giusto grado, mentre i movimenti morali d’una nazione hanno quel nesso appunto che uno storico deve aver di mira nel giudicare del progressivo perfezionamento delle popolazioni.
      Volgendo dopo ciò il nostro discorso al commercio esterno, mestieri è il rapportare quali sono i generi che comunemente s’estraggono dalla Sicilia, e quali s’importano, affine di vedere su quali basi poggia il nostro traffico.
      Ecco primieramente lo stato d’esportazione: Oggetti di cui si fa più esteso commercio: Grano, Agrumi, Essenza d’agrumi, Sommacco, Zolfo, Tabbacco, Acciughe, Vino, Mandorle, Nocciole, Olio d’oliva, Sale marino, Seme di lino, Seta, Soda, Straccia di filo, Carrubbe, Legumi, Cotone in istoppa ec.
      Ciò non ostante s’estraggono anche i seguenti oggetti. Cantaridi, Corallo grezzo, e lavorato, Cremor di tartaro, Feccia di vino bruciata, Liquerizia, Manna, Olio di lino, Orzi, Pietre pomici, Pelli d’agnello e capretti, Pistacchi, Scagliola, Scorze d’agrumi, Succo di limoni ec.