Oltrechè il Surita, che ne parla lungamente ne’ suoi Annali, dopo il viceregnato lo fa ritornare in Ispagna al servigio del re Giovanni nella ribellione di Catalogna; nè sembra verisimile, ch’ei trovandosi maestro giustiziere in Sicilia, ch’era allora una carica di molta importanza, ch’esercitava la somma autorità nell’amministrazione della giustizia, lasciando la Sicilia, si fosse portato in Ispagna. Avrebbe dovuto almeno lo storico spagnuolo riferirci, che Antonio Cardona conte di Golisano era maestro giustiziere in Sicilia, ed additarci chi avesse lasciato per suo luogotenente, quando andò in Ispagna: cose tutte, che il Surita tace. Ma il motivo più forte, che c’induce a crederlo diverso, nasce dal vedere eletti dal re Alfonso antecessore di Giovanni altri maestri giustizieri; ciò, che ci fa sospettare, che l’Antonio maestro giustiziere fosse già morto.
      Noi dunque troviamo in quarto luogo frai maestri giustizieri Pietro Cardona Milite. Sebbene ci manchi la cedola della sua elezione, abbiamo nondimeno nell’officina della regia conservadoria (2801) un monumento dell’anno 1438, da cui rilevasi, ch’egli era il maestro giustiziere del regno di Sicilia. È questa una carta sottoscritta dal re Alfonso in Gaeta ai 24 di novembre del detto anno, per cui assegna a Pietro Cardona maestro giustiziere del regno di Sicilia 300 fenici all’anno per suo salario. Questi fu figliuolo di Antonio [V] Cardona vicerè di Sicilia, ed ebbe dallo stesso re Alfonso la contea di Golisano, di cui fu spogliato Antonio Ventimiglia.