Fu anche questi presidente del regno lasciatovi dal vicerè Ferdinando Gonzaga, quando fu chiamato al governo di Milano, e vi perdurò fino ai 31 di maggio 1548, finochè giunse in Palermo il nuovo vicerè, che fu il mentovato Giovanni de Vega. Continuava nell’officio di vicegiustiziero Francesco del Bosco, alla di cui morte fu eletto dallo stesso imperadore ai 7 di luglio 1553 Vincenzo del Bosco conte [VIII] di Vicari. Il chirografo cesareo fu dato in Brusselles, e poi con dispaccio viceregio fu fatto registrare in Messina ai 13 di agosto dello stesso anno (2826).
Questo medesimo Vincenzo del Bosco alla morte del marchese di Licodia passò da vicegiustiziere a maestro giustiziere. Sebbene l’Auria siesi dimenticato di annoverarvelo (2827), il Pirri nondimeno non tralascia di accennarlo (2828), ed oltre a ciò ne abbiamo la conferma nella prammatica di Filippo II intorno alla riforma dei Tribunali (2829), dove parlandosi della carica di maestro giustiziere vi viene eletto Vincenzo: Ad officium autem praedictum promotus sit illustris Vincentius de Bosco Comes Vicari. Essendo questa prammatica dell’anno 1569, noi intendiamo da essa, che così la morte del Santapau, come l’elezione del ridetto Vincenzo del Bosco accaddero in detto anno: quantunque il Bosco non abbia ricevuta questa carica nella forma, in cui l’ottennero il Santapau, e i di lui antecessori; avvengachè il mentovato sovrano, fatta la riforma, lo privò dell’esercizio, e dell’amministrazione della giustizia, che trasferì ne’ presidenti della gran corte, e solo gli lasciò il titolo, la dignità, e il salario di 1000 scudi, applicando alla regia camera gli altri emolumenti.
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