Sarà dunque escluso dal catalogo Ottavio del Bosco, fino a tanto, che non ci si adduca un monumento, che ci additi ch’ei fosse stato onorato di questa carica.
[IX]CATALOGO II.
DE’ PRESIDENTI DELLA GRAN CORTE LUOGOTENENTI DEGLI ANTICHI MAESTRI GIUSTIZIERI DALLA RIFORMA DE’ TRIBUNALI NELL’ANNO 1569, FINO AL SECOLO XVIII.
Filippo II nel fare l’anno 1569 la sua prammatica per la riforma de’ tribunali, e nello spogliare i maestri giustizieri dello esercizio, e dell’autorità, ch’erano annessi alla loro carica, ne investì i presidenti della gran corte, che volle che fossero come luogotenenti dei maestri giustizieri. Scelse per primo presidente di questo tribunale, amovibile però a suo arbitrio, Vincenzo Percolla: Praedictum autem praesidis officium collatum extitit Illustri Vincentio Percolla (2832), cui assegnò per allora il salario di 1000 scudi all’anno: Cui pro salario dentur scudi mille anno quolibet. (2833)
Era questo ministro palermitano, e in tanta riputazione per la vasta sua dottrina, che il detto re Cattolico lo avea chiamato in Ispagna fin dall’anno 1562, scegliendolo per uno dei reggenti del consiglio d’Italia, dove si fermò, sino che fu eletto a questo nuovo posto. Egli è a credersi, che abbia tardato qualche tempo a recarsi in Sicilia; imperocchè il dispaccio viceregio, con cui se gli assegna il mentovato salario di scudi 1000, non trovasi sottoscritto in Palermo, che a’ 17 di gennaro 1571 (2834).
È cosa degna da osservarsi di questo soggetto, ch’egli oltre di essere presidente della gran corte, fu insieme, quantunque laico, uno degl’inquisitori del s. Offizio: esempio raro, e di cui non vi ha memoria, come osservano l’Auria (2835), e il Mongitore (2836). Il canonico Antonino Tranchina nel breve ragguaglio del tribunale della inquisizione, non lo rammenta; ciò che non deve recar maraviglia, giacchè ne lascia degli altri, che dovea mentovare.
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