Racconta inoltre, ch’ei fu così integro, ed irreprensibile nell’amministrazione della giustizia, che non esitò punto a condannare a morte il proprio figliuolo reo di avere rapita una donna: pena, che questo sventurato giovane avrebbe subita, se il vicerè di quel tempo, in grazia della virtù del padre, non ne lo avesse liberato. Morì egli in Palermo a’ 21 di ottobre 1636, e fu sepolto nella chiesa di s. Giuseppe de’ pp. Teatini, dove al suo tumolo leggesi la iscrizione, che lo stesso bibliografo Mongitore pubblicò (2845).
Occupò in quinto luogo la presidenza della gran corte Lucio Denti, la di cui elezione fu fatta in Madrid a’ 14 di maggio 1639, e registrata in Palermo agli 11 del seguente agosto, come leggesi nell’officina del protonotaro (2846). Essendo scorsi intorno a 3 anni dalla morte del de Blaschis, al possesso di questo nuovo presidente, vacò per molto tempo la detta carica, e restò la gran corte senza capo. Nè può sospettarsi, che fra il de Blaschis, e il Denti vi fosse stato alcun’altro presidente; avvegnachè nella cedola di quest’ultimo vi si dice espressamente: Ob mortem Joannis Baptistae Blasco. Il Denti era nato in Palermo, ed ebbe le baronie di Rainiero, di Celario, dell’Ulmo, e di Castellaccio. Visse in questo posto fino all’anno 1649, in cui morì, come leggevasi nella iscrizione apposta al di lui ritratto, che stava appeso nella congregazione dell’Annunziata della Casa Professa degli estinti gesuiti, rapportata dall’Auria (2847).
Non si tardò molto tempo a rimpiazzare questo posto; giacchè l’elezione del nuovo presidente fu fatta nell’anno 1650, sebbene non gli sia stata spedita la cedola da Madrid, che a’ 23 di maggio dell’anno 1651, la quale poi non si registrò in Palermo, che a’ 5 di maggio dell’anno seguente 1652 (2848). Fu l’eletto Pietro Di Gregorio messinese.
| |
Palermo Mongitore Lucio Denti Madrid Palermo Blaschis Blaschis Denti Joannis Baptistae Blasco Denti Palermo Rainiero Celario Ulmo Castellaccio Annunziata Casa Professa Auria Madrid Palermo Pietro Di Gregorio
|