Indugiò qualche tempo la corte a provvederla, giacchè non gli fu spedita la cedola reale da Madrid, che a’ 18 di agosto l’anno seguente 1660, che poi fu registrata a’ 4 di febbraro dell’anno 1661 (2850). Di questo giureperito non abbiamo particolare notizia, e solo sappiamo che brevissima fu la di lui presidenza, essendo morto in Palermo a’ 20 di aprile dello stesso anno 1661. Fu egli seppellito nella chiesa di s. Maria della [XII] misericordia detta volgarmente di s. Anna de’ pp. Francescani del terzo ordine.
È certo che dopo la morte del Marotta questa presidenza fu occupata da Ascanio Ansalone duca della Montagna messinese. Sebbene non si trova la cedola della sua elezione, che o mancherà nei regî archivî, o sarà isfuggita sotto i nostri occhi, nondimeno ricavasi con sicurezza la di lui promozione da due monumenti. L’uno è la cedola, che si fe ad Orazio la Torre per reggente del consiglio d’Italia in Ispagna, di cui favelleremo a suo luogo, nella quale si dice, che ei viene chiamato a questo posto, perchè lo Ansalone era stato promosso alla presidenza della gran corte. Questo dispaccio, che fu firmato in Madrid al 1° di dicembre 1663, e fu poi esecutoriato in Messina ai 20 di febbraio dell’anno 1664 rinviensi nell’officina del protonotaro (2851). L’altro, che trovasi nella regia conservadoria (2852), accorda al detto della Torre un aiuto di costa di 1000 ducati per il viaggio, che far dovea fino in Ispagna come reggente nel consiglio d’Italia, dicendovisi nel real chirografo, che fu sottoscritto in s. Lorenzo allo Escuriale ai 27 di ottobre 1642, ch’egli era istallato in quel posto: Par la promoçion de D. Ascanio Duaque de la Montana a la precidencia de la G. Corte.
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