Di questo ministro si è parlato abbastanza nella nostra Storia, dove si è additato quanto egli oprò, mentre dimorava in Ispagna, per difendere, e sostenere contro il vicerè conte di Ayala i suoi concittadini. L’Auria (2853) attesta ch’ei morì in Madrid nella corte di Spagna. Noi, non adducendone egli prova veruna, stentiamo a persuadercene, così perchè non ci sembra verisimile ch’ei non sia venuto ad occupare il grado di presidente, lasciandolo voto fino alla sua morte, quando non si voglia, ch’ei sia ritornato, mentre era presidente della gran corte, nuovamente in Ispagna; come perchè niun’altro scrittore ce lo addita. In vero non si sa nè quando sia morto, nè dove abbia finito di vivere, nè quale fosse stato il luogo, in cui fu seppellito, ma dovette certamente morire prima dell’anno 1669.
Ciò costa dalla cedola, con cui fu eletto alla vacante presidenza il mentovato Orazio della Torre, che trovavasi reggente in Ispagna, la quale ha la data dei 22 di aprile 1669 da Madrid, ed ai 14 di ottobre del medesimo anno fu esecutoriata in Palermo (2854). Dicesi poi in essa, che veniva eletto il Torre a questa presidenza: Ob obitum Illustris D. Ascanii Ansalone Ducis Montaneae.
Era il Torre nobile catanese, e mentre trovavasi in Ispagna, era stato fatto dal re Cattolico cavaliere dell’ordine di Alcantara. Durò nella presidenza della gran corte fino all’anno 1671, quando volendo questo sovrano ergere in Milano un magistrato straordinario, lo destinò capo del medesimo, per la quale scelta appalesò in quale estimazione lo avea.
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