Amò egli le amene lettere, e vi si esercitò, come può osservarsi presso il Mongitore (2858). Morì in Palermo a 18 di aprile dell’anno 1696, ed ebbe sepoltura nel convento di s. Antonino fuori la porta di Vicari.
Scorsero pochi mesi dalla morte dello Scoma, che il re elessegli il successore nella vacante presidenza. Fu questi Sebastiano Giusino palermitano, che trovavasi presidente del concistoro, al qual posto da maestro razionale era stato inalzato l’anno 1693. La cedola della sua elezione alla suprema presidenza fu sottoscritta dal re in Madrid ai 24 di dicembre del ridetto anno, sebbene non fosse stata registrata in Palermo, che ai 19 di aprile dell’anno seguente 1697 (2859). Era questi riputato per uno dei più eccellenti giureperiti, e morì in Palermo ai 18 di febbraro 1703.
Vincenzo Ugo fu il successore del Giusino nella presidenza della gran corte dove passò da quella del patrimonio, come si dirà in appresso nel catalogo dei presidenti di questo magistrato della camera. Fu egli eletto alla detta carica nello stesso anno 1703, e la cedola reale fu data a Buonritiro ai nove di maggio di detto anno, ed eseguita in Palermo ai 14 del seguente giugno (2860). I meriti di questo ministro determinarono il re Vittorio Amedeo di Savoia, quando fatto nostro sovrano venne a prendervi la corona, e vi si fermò un anno, a condurselo in Torino, affinchè presedesse al consiglio di Sicilia, che ivi volea stabilire. In conseguenza vacò il posto di presidente della gran corte, che fu conferito a Giuseppe Fernandez de Medrano marchese di Monpellieri, di cui parleremo in appresso, il quale fu chiamato a questo posto per cedola reale dello stesso monarca data in Messina ai due di agosto 1714 (2861).
| |
Mongitore Palermo Vicari Scoma Sebastiano Giusino Madrid Palermo Palermo Ugo Giusino Buonritiro Palermo Vittorio Amedeo Savoia Torino Sicilia Giuseppe Fernandez Medrano Monpellieri Messina
|